Vacanze a Porto Selvaggio per bambini: ecco cosa fare
Tra le più belle località del Salento c’è l’incontaminata Porto Selvaggio, parte del “Parco Naturale Regionale Porto Selvaggio e Palude del Capitano“. Si tratta di un’area protetta di circa 1000 ettari a 10 km da Nardò e incastonata come uno smeraldo tra Porto Cesareo e Gallipoli.
Un posto unico per una vacanza in famiglia: il mare cristallino e le splendide spiagge sono l’ideale per accontentare adulti e bambini.
Il Salento più autentico: Porto Selvaggio
La Baia di Porto Selvaggio è raggiungibile percorrendo, per circa venti minuti, un sentiero che parte da Villa Tafuro e che è totalmente immerso nella verdeggiante pineta e nella macchia mediterranea profumata di mirto, di rosmarino e di limonio salentino: un percorso questo perfetto per allietare anche i più piccoli, visto che con un po’ di attenzione si possono avvistare camaleonti, fringuelli, donnole e cardellini.
La spiaggia che si presenta al visitatore appena fuori dalla pineta, è un piccolo arenile di ciottoli lambita da acque turchesi e abbracciata da scogliere, che nascondono non poche grotte e anfratti.
Il mare che bagna Porto Selvaggio nasconde zone più fresche, grazie alla presenza di sorgenti di acqua dolce che sgorgano sott’acqua, vista la presenza di fiumi sotterranei propri di un territorio carsico quale quello di questo tratto di costa salentina.
Tra storia e leggende
A vegliare sulla baia di Porto Selvaggio c’è la Torre dell’Alto, antica torre di avvistamento aragonese parte di quel sistema difensivo predisposto tra il XVI ed il XVII secolo per avvistare i nemici provenienti dal mare.
La torre, oggi sede di un interessante “Museo di Biologia Marina” che allieterà le famiglie in vacanza a Porto Selvaggio, sorge sul leggendario Dirupo della Dannata a picco sul mare blu: la leggenda legata alla torre narra di una giovane che, per sfuggire al jus primae noctis impostogli con la forza dal conte Gian Gerolamo Acquaviva, decise di togliersi la vita gettandosi da questa rupe.
Poco lontano da Porto Selvaggio sorge la più impervia Baia di Torre Uluzzo, la cui rilevanza è legata maggiormente ai ritrovamenti, quali resti di mammiferi e oggetti in pietra, risalenti al paleolitico.
Presso la vicina Grotta del Cavallo inoltre sono stati ritrovati resi legati all’uomo di Neanderthal e, come si deduce dal nome, resti di equidi.