Il Santuario dei due Mari: ecco la Basilica di Santa Maria de Finibus Terrae a Leuca
Leuca rappresentava per gli antichi la fine del mondo, la parte estrema e misteriosa di un universo perduto che oggi sembra riprendere vita ad ogni scorcio.
In questo luogo, infatti, si salgono delle scalinate che sembrano guardare meravigliate i due mari, Ionio e Adriatico, che si abbracciano e si mescolano da secoli con la stessa passione. Ma non solo mare, Leuca rappresenta un ponte sul Mediterraneo, il punto d’incontro tra due popoli e culture, occidentale e orientale.
Non stupisce, per questo, trovare uno dei simboli più antichi della cristianità, la Basilica di Santa Maria de Finibus Terrae, il Santuario dei due Mari.
Un mistero che dura da secoli, dalla Dea Minerva allo sbarco di Pietro
La Basilica di Santa Maria de Finibus Terrae è situata sul promontorio Iapigio, protagonista di tante antiche leggende. Si narra, infatti, che qui originariamente sorgeva un tempio pagano consacrato alla Dea Minerva, dove venivano offerti doni e praticati sacrifici in onore delle divinità. La storia del tempio ha avuto una svolta con lo sbarco dell’apostolo Pietro, che fermatosi in città convertì molte persone, decidendo per questo di costruire una Chiesa dedicata a Cristo sulle antiche rovine pagane.
Una leggenda o verità storica? Non si hanno prove certe, eppure la tesi è avvalorata dalle numerose chiese sparse nella zona che sono dedicate proprio a San Pietro, circostanza che lascia chiaramente intendere la sua influenza benefica sul popolo.
Come l’intera Regione, anche la Basilica non ha avuto vita facile, attraversata da guerre, invasioni e saccheggi è stata più volta ricostruita fino a giungere all’ultimo importante intervento realizzato dal vescovo G. Giannelli, nel 1700. Secondo molte testimonianze, infatti, la basilica è stata un importante rifugio per crociati, eremiti, pellegrini e pontefici che la sceglievano per il punto strategico in cui era situata e perché rappresentava un vero simbolo del mondo cristiano.
Nonostante le modifiche, oggi resta un segno visibile del culto pagano, ossia una delle aree ubicata a destra della Basilica era proprio il luogo in cui venivano offerti i sacrifici.
La Basilica di Santa Maria de Finibus Terrae oggi
A visitarla, oggi, la Basilica presenta diverse opere d’arte dall’inestimabile bellezza. Tra tutte spicca la Madonna de Finibus Terrae, chiamata anche Madonna con il Bambino, realizzata da uno dei migliori allievi di Tiziano, Giacomo Palma junior, incaricato dell’opera nel 1507 dal Vescovo del Balzo.
Impenetrabile quanto affascinante, la storia del dipinto è avvolta da un arcano mistero. Si racconta, difatti, che nel 1624 la chiesa fu incendiata mandando in rovina mobili e arredi sacri, ma mentre le fiamme bruciavano tutto ciò che incontravano, si fermarono improvvisamente di fronte al quadro lasciandolo indenne dal fuoco.
Per questo motivo la Basilica si è meritata anche l’appellativo di “Madonna delle frontiere” oltre a quello di “Santuario dei due Mari”. Un’esperienza spirituale e culturale che si unisce alle bellezze naturali della regione riconosciute in tutte il mondo.