Il meraviglioso mosaico monumentale della cattedrale di Otranto
Otranto, località della Puglia che si affaccia sul mare Adriatico con chilometri di spiagge e scogliere, è una località affascinante per vacanze all’insegna della cultura.
Uno dei monumenti più famosi è la Cattedrale: Cattedrale di Santa Maria Annunziata, chiamata comunemente anche Cattedrale di Otranto. Si erge nel centro storico della città, a due passi dal mare e dal Castello Aragonese, altro monumento di notevole importanza.
La Cattedrale di Santa Maria Annunziata
La Cattedrale di Santa Maria Annunziata costituisce il luogo di culto della religione cattolica più importante della città e coniuga diversi stili tra cui romanico, gotico e bizantino.
L’edificio è caratterizzato dal portale della facciata d’ingresso in stile barocco, il soffitto di legno intagliato con decorazioni d’oro e numerosi affreschi che decorano le facciate interne con rappresentazioni religiose in stile bizantino.
Ma il tesoro più prezioso custodito al suo interno è il meraviglioso mosaico monumentale risalente al Medioevo. Viene anche definito mosaico pavimentale, in quanto costituisce la pavimentazione delle navate della Cattedrale. L’opera fu realizzata e firmata dal monaco Pantaleone, originario della Grecia, con la dicitura “Pantaleonis presbiteri”.
Tale opera affascina prima di tutto per le dimensioni, di circa 16 metri e composto da circa 600.000 tessere, e per il significato simbolico.
Significato del Mosaico
Il Mosaico rappresenta l'”Albero della Vita“, che costituisce la struttura della rappresentazione attorno al quale prendono forma numerose raffigurazioni ispirate a narrazioni dell’Antico Testamento e di fonti laiche, come cicli cavallereschi.
L’interpretazione del significato di tale opera è particolarmente complessa e ha impegnato nel corso degli anni diversi studiosi. In particolare, spesso vengono offerte visioni e teorie diverse e contrastanti tra loro. A quanto confermato invece, il monaco desiderava rappresentare principalmente la condizione umana e terrena, soffermandosi sull’eterna lotta tra ciò che è identificato come il bene e il male.
Alcune rappresentazioni, che occupano la navata centrale, raffigurano i vizi e le virtù degli uomini, simboli di salvezza e di peccato. Dominano la scena numerose rappresentazioni tratte dell’Antico Testamento, quali ad esempio l’episodio di Caino e Abele e il peccato originale, con l’espulsione di Adamo ed Eva dal giardino dell’Eden.
Tra le rappresentazioni che si ispirano a fonti laiche, come racconti e miti medievali, sono presenti Carlo Magno, per celebrarne le imprese, Re Artù e diversi cavalieri. Si trova qui anche il ciclo dei mesi dell’anno, rappresentati all’interno di cerchi concentrici.
Secondo quanto affermato da vari studiosi di Storia dell’Arte, alla base del Mosaico, quindi ai piedi dell’Albero della Vita appaiono anche rappresentazioni che potrebbero essere ricondotte ad altre religioni, quali il monoteismo islamico ed egiziano. Inoltre, appare la raffigurazione dell’inferno e del paradiso, che a giudizio di molti potrebbe essere considerata come anticipazione dell’opera dantesca della Divina Commedia.
Il Mosaico è ancora oggi oggetto di studi, tanto che l’interpretazione del significato è considerata come un enigma ancora da risolvere e una sfida per gli appassionati. La bellezza e l’imponenza dell’opera, invece, è ormai una certezza che stupisce e affascina giorno dopo giorno tutti i visitatori.