Cosa Vedere a Lecce: il Centro Storico del Capoluogo Salentino
Lecce, anche conosciuta come la Perla del Barocco, è una cittadina in grado di stupire qualsiasi amante dell’arte con il suo enorme bagaglio artistico.
Il capoluogo del Salento è a ragione definito come una delle città più belle d’Italia e molto del suo fascino deriva dagli splendidi edifici barocchi che ne impreziosiscono il centro storico.
Da Porta Napoli ai giardini pubblici
Uno degli accessi più maestosi al centro storico di Lecce è rappresentato da Porta Napoli, dedicata nel 1548 a Carlo V d’Asburgo, che aveva il merito di aver abbellito e rimodernato la città. Appena varcato l’ingresso monumentale, imboccando Via Palmieri è possibile godere di alcune belle facciate in pietra bianca che introducono agli splendori del centro storico.
Dopo aver superato il Teatro Paisiello e aver percorso Via Prato, ci si trova di fronte a uno dei gioielli assoluti del barocco leccese: la Basilica di Santa Croce. I 3 ingressi sono inquadrati da 6 colonne a fusto liscio mentre il registro superiore accoglie personaggi storici e creature fantastiche. Alle spalle di questo autentico capolavoro, campeggia il Castello restaurato nel 1539 da Carlo V e perfettamente conservato.
Piazza Sant’Oronzo e Piazza Duomo
Imboccando Via dei Templari, dopo pochi metri si giunge in Piazza Sant’Oronzo, cuore pulsante della città, che custodisce alcuni dei monumenti più importanti.
Qui, il Palazzo del Sedile, una volta impiegato come municipio e la Colonna di Sant’Oronzo, protettore di Lecce, introducono all’anfiteatro romano, con la cavea e un’ampia sezione delle gradinate ancora integre.
Da qui, raggiungere Piazza Duomo è semplicissimo. Basta percorrere Via Vittorio Emanuele II e oltrepassare i propilei, che costituiscono l’accesso allo spazio chiuso della piazza. La cattedrale di Santa Maria Assunta mostra all’avventore una finta facciata, aggiunta nella seconda metà del ‘600 dall’architetto leccese Giuseppe Zimbalo che, per evitare che chi entrasse in piazza dovesse osservare un fianco vuoto dell’edificio, pensò di dotare la cattedrale di una nuova facciata “posticcia”, esattamente come imponevano i dettami stilistici dell’epoca.