Alla scoperta della Riserva Naturale delle Cesine
I paesaggi rappresentano uno dei tratti distintivi del Salento: si pensi alle distese di ulivi dell’entroterra, punteggiate qua e là da masserie e frantoi ipogei, senza ovviamente dimenticare la costa, intervallata da splendide spiagge sabbiose e nascoste calette rocciose.
Non mancano poi le aree naturalistiche, dal Parco Naturale Regionale Porto Selvaggio al Parco Naturale Regionale Isola di Sant’Andrea e del Litorale di Punta Pizzo, fino alla bella Oasi Naturale delle Cesine. Quest’ultima è situata nel territorio comunale di Vernole, a due passi dal bellissimo borgo fortificato di Acaya.
La Riserva Naturale delle Cesine
Il nome di questa area naturalistica salentina ha origini dubbie. Si pensa derivi da caedere, in virtù dell’usanza di tagliare gli arbusti per rendere coltivabile una zona. Altri ipotizzano invece che Cesine derivi dalla parola latina segine, che fa riferimento a zone paludose e incolte.
Si fa fatica a credere infatti che dove oggi sorge l’Oasi Naturale delle Cesine ci fosse in passato un’area paludosa e malsana, infestata dalla zanzara anopheles che non solo minava la produttività dei terreni, ma metteva anche in pericolo la salute di chi abitava in zona, diffondendo addirittura la malaria. Per questo nell’800 si decise di avviare la bonifica dell’intera area, oggi diventata una riserva dove è possibile visitare diversi ambienti, sia naturali che frutto dell’opera dell’uomo. In quest’ultimo caso si tratta di terreni coltivati e gli uliveti qui presenti contribuiscono a fornire nutrimento agli animali che popolano la riserva.
Non è infatti difficile incontrare anfibi, farfalle, rettili, mammiferi come faine, tassi, volpi e donnole e soprattutto uccelli. Gli amanti del birdwatching potranno qui avvistare in particolare anatre, fringuelli, cinciallegre, fischioni e codoni.
Cosa vedere nella Riserva Naturale delle Cesine
L’Oasi delle Cesine custodisce al suo interno una zona costiera lunga ben 6 km, intervallata da dune sabbiose e una umida, caratterizzata dalla presenza dei due laghi: Pantano Grande e Salapi. La vegetazione qui si distingue per la presenza dell’eringio marino, della campanella selvatica, dell’iris giallo e di fitti canneti.
C’è poi la zona boschiva, che vede la presenza di querce vallonee, lecci, pini marittimi, pini delle Canarie, pini d’Aleppo, pini domestici e cipressi.
La macchia mediterranea profuma l’intera riserva di mirto, rosmarino, santoreggia pugliese e timo. Non si dimentichi poi la fioritura delle orchidee selvatiche, che colorano l’intera oasi a ridosso della primavera.
All’interno della Riserva Naturale delle Cesine è presente un’omonima Masseria, ristrutturata dal WWF e oggi centro visite dell’oasi.
La parte più affascinante della Masseria La Cesine è la Torre di avvistamento eretta nel ‘500 per arginare le invasioni dei nemici provenienti direttamente dal mare. La torre poteva comunicare visivamente con altre torri costiere salentine, in particolare Torre Specchia e Torre San Cataldo.